La Regola del Carmelo (o di sant'Alberto) ha quasi ottocento anni: essa segna la nascita della famiglia carmelitana, awenuta agliinizi del 1200. Molti commenti si sono succeduti nei secoli, e ultimamente si sono fatti pii numerosi, sia a carattere storico, che giuridico o spirituale.
P. Bruno Secondin conosce bene e utilizza ampiamente gli studi migliori sul tema. Ma si awale anche di nuove competenze nel campo della spiritualiti, della struttura del linguaggio, della sociologia dei gruppi. E tenta di aprire strade nuove all'interpretazione di un testo che è tanto arcaico quanto denso. I risultati ai quali approda -da lui presentati come "ipotesi di interpretazione"- si palesano come profondamente lnnovativi rispetto ai commentan classici.
Punto di forza è il risalto di una unità dinamica fra tutte le parti del testo e Ia scoperta di un nucleo centrale abbastanza complesso: il modello della Gerusalemme storica e simbolica, luogo dell'alleanza promessa e realizzata. Altre prospettive aperte riguardano il modello pasquale della comuniti, il primato della Parola, la figura "apostolica" di Paolo, la scelta della pace, ecc.
Questo commento alla Regola sia per Io stile, sia per il respiro spirituale e teologico, sia per alcune particolarità testuali (si pubblica in parallelo il testo "primitivo" di Alberto e quello approvato da lnnocenzo IV), si presenta come in buona parte originale rispetto ai precedenti tentativi e ricco di intuizioni particolarmente suggestive.