«San Paolo è la personalità più rilevante del Nuovo Testamento, a parte lo stesso Gesù. Tredici dei ventisette libri del Nuovo Testamento portano il suo nome... Ma, attorno al 35 d.C., egli ebbe una straordinaria esperienza sulla strada per Damasco...» (Dalle pagine introduttive di questo libro).
Questa "straordinaria esperienza sulla strada per Damasco" fu per Paolo la (conversione", cioè quella esperienza in cui lo stesso Precursore di Cristo additò la condizione imprescindibile per il regno dei cieli: "Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino" (Mt 3,2). Non c'è «santo», nella storia del cristianesimo, che non sia passato e non continui a passare attraverso I'esperienza della «conversione», che questa awenga come evento clamoroso sulla pubblica piazza di Assisi (Francesco) o nell'intimità mistica di un'anima nel chiostro di Lisieux (Teresa). Ma prototipo di «conversione», perché registrata come fatto tra i più sensazionali del Nuovo Testamento, rimane per la Chiesa quella di San Paolo sulla via di Damasco. Non a caso la Chiesa celebra di Paolo non solo il dies natalis, insieme a quello di Pietro (29 Giugno), ma anche la Conversione (25 Gennaio). Il senso più profondo di questa «conversione» di Paolo, ricavato dalle sue lettere, viene messo in luce in questo libro non come semplice oggetto di devota ammirazione per il lettore, ma come obiettivo che ogni anima cristiana può proporsi di raggiungere, soprattutto nella consapevolezza che la «propria» conversione non è un fatto che avviene una volta per sempre, ma un impegno costante che si rinnova in ogni giorno della propria vita. Ed occasione preziosa per rivisitare questo senso della «conversione» è indubbiamente il raccoglimento favorito da un corso di esercizi spirituali. Di qui il titolo e l'intera impostazione di questo libro.