La Riforma cattolica a sua volta, fra XVI e XVII secolo, rinnovò ed ampliò profondamente sia i principali arredi chiesastici che le strutture funzionali e rappresentative del convento medievale, che ora diveniva anche sede di Provincia carmelitana e di “Studio”, appunto, per la Provincia stessa. Visitando il Museo regionale Pepoli (che oggi ne occupa i locali) si può ancora leggere, sotto l'epidermide barocca con cui ci si presenta, il nobile ed organico respiro tardorinascimentale impresso dai promotori e progettisti cui si deve quel “grande rinnovamento”. Ultima grande stagione, religiosa e culturale al tempo stesso, della vita del Santuario, fu quella che alla metà del Settecento, vide la totale trasformazione dell 'interno gotico a tre navate nell’unica e piuttosto fredda aula barocca di cui tuttora fruiamo.

Su tale ricco complesso architettonico e arredativo, spesso di rilevanti connotazioni storico-artistiche, “letture” piti o meno occasionali o celebrative e “studi” veri e propri (accademici, istituzionali o di liberi ricercatori...) si sono succeduti, pur a larghi intervalli e con diversi tagli e livelli, dal Sei al Novecento specialmente; dal “complessivo” apologetico-religioso (Nobile, 1698) o storico-descrittivo a carattere antologico (Mondello, 1878; Monaco, 1981), allo “specialisticosettoriale”, del secondo Novecento soprattutto, di varie paternità ed estrazioni, qui impossibili a ricordare. Mai, tuttavia, si era preso organicamente in esame l'intero patrimonio nella sua sequela storico-tipologica; tanto meno con un filo conduttore unico e ben definito. È questo il compito che si è assunto l'autore del presente libro, scegliendo il filo della cultura figurativa e riprendendo, per l'occasione, le sue lontane ricerche
universitarie; per aggiornarle soprattutto sul piano archivistico e dell'analisi figurativa, onde colmare lacune (a cominciare dalle sue proprie), leggere meglio
dati e forme, valori, paternità, significati e quant'altro. Spera, così, anche mediante il corredo delle non poche immagini scelte per i vari capitoli, di aver apprestato, per il fedele, il visitatore o lo studioso stesso un quadro di conoscenze se non proprio esaustivo abbastanza ampio ed organico del patrimonio religioso e storicoartistico anzidetto e di averlo fatto in maniera abbastanza chiara e piana da assecondare non solo l’interesse ma anche il piacere conoscitivo del lettore.