«È una parola forse dimenticata, relegata nella memoria dei cristiani un po' attempati: "Mattutino" evoca, infatti, le comunità oranti di monaci o monache che si levano quando ancora si stende sulla terra il sudario della notte e iniziano il loro canto di lode che conduce verso l'alba. È quel "mattinar lo Sposo" da parte della "Sposa di Dio", la Chiesa, a cui fa cenno anche Dante nel Paradiso, nel cielo del Sole (X, 141). Quel vocabolo denomina anche una rubrica che appare ogni giorno accanto al titolo del quotidiano "Avvenire", a partire dal 2 gennaio 1992. Da allora – con l’eccezione di un solo anno di sosta - quel riquardo di parole si è affacciato sulla prima pagina del giornale. Dodici annate, dunque, per un totale di 3.630 articoli, per buona parte raccolti in nove volumi, compreso questo che il lettore ha tra le mani.
La trama di questo, come di tutti gli altri libri, è semplice. Per ogni giorno dell’anno, anzi, per ogni sbocciare della luce al mattino, quando ci si alza per iniziare le opere quotidiane e ci si avvia su un treno o su un’auto verso il luogo di lavoro, ecco una voce che viene dall’alto. È una citazione, ossia una frase o un po’, capace di illuminare, che sappia spostare l’attenzione per pochi istanti verso la coscienza e il mistero che è in noi e fuori di noi». (Gianfranco Ravasi)