In questi ultimi anni sono stati promulgati numerosi documenti sulla liturgia. Alcuni hanno restaurato settori del culto molto più importanti dello stesso calendario. Tuttavia nessuna riforma ha toccato la sensibilità del popolo cristiano come quella del calendario.
Questo libro si proponr di spiegare ai membri del popolo cristiano il nuovo calendario liturgico. Inoltre, presentando ai lettori di lingua italiana la documentazione ufficiale relativa al calendario riformato, offre un commentario particolareggiato al santorale e a tutto l’anno liturgico, esaminando contemporaneamente tutte le innovazioni del calendario con rigorosità scientifica.
L’autore, Allesandro Olivar, monaco di Montserrat e consultore del « Consilium de Sacra Liturgia », è già noto per le sue publicazioni liturgiche uscite in Spagna en in altri paesi; recentemente è stato eletto segretario della « Societat Catalana d’Estudis Litúrgics ».
Originale nella concezione questo commento al nuovo calendario liturgico. Dopo una breve introduzione dei documenti ufficiali (Decreto della SCR e il Motu proprio « Mysterii paschalis » seguito dal calendario romano generale), l’A. presenta un breve profilo storico-spirituale di ogni santo che compare nel calendario e una breve introduzione ai principali misteri dei vari tempi dell’anno liturgico. Siamo cioè di fronte a quello che si potrebbe chiamare un moderno « martirologio », la cui lettura, alla vigilia di ciascuna festa prevista, potrebbe aiutare a compendere meglio le varie liturgie con i loro testi propri. Si tratta infatti, come dice l’A., nell’ intorduzione, di un lavoro suggeritogli dai superiori, il cui scopo era appunto quello di sostituire il tradizionale Martirologio Romano, in molti punti alleno dalla verità storica e da;a nostra sensabililtà. Le varie « voci » sono redatte con grande libertà sia per quanto riguarda la lunghezza che lo stile. La preoccupazione spirituale non esclude tuttavia l’inserzione di alcune osservazione critiche nei confronti del culto dei santi o della tradizione agiografica. La traduzione italiana permette la diffusione di questo utile sussido fra il popolo cristiano e le comunità religiosamente più impegnate.