Chiamiamo mistico ciò che supera gli schemi dell’esperienza ordinaria. La parola stessa : mysterion, mystikos, significa una cosa al di fuori della conoscenza i dell'esperienza comuni. Le scienze umane, al contario, sono fondate sull'esperienza esatta, sulle idee chiare, sulle-riflessioni logiche. Sembra quindi ad alcuni che sia una impresa fallita in partenza cerbare di fare un confronto aperto fra la mistica e le scienze umane.
L’obiezione formulata in questo modo sembra essere motivata da una pura intenzione di salvaguardare la fede, da rina sollecitudine di non confondere le realtà naturali e soprannaturali. Eppure è piena di equivoci e anch'essa contiene un grande pericolo diconfusione. Compresa male, essa significherebbe uni netta negazione del cristianesimo, tutto centrato intorno al fondamentale dogma della vera umanità e della vera divinità di Gesù, unite in una sola persona. Il riflesso di questo dogma lo viviamo su tutti i livelli, in specie su quello-della nostra conoscenza. Essa è mistica, spirituale, dono dello Spirito. Ma questa conoscenza mistica non diminuisce la conoscenza umana, sia spontanea, sia scientifica.
Se, nel passato, l'incontro tra le scienze umane e la fede si effettuava soprattutto sul campo della teologia speculativa e si desiderava arrivare ad una comune sintesi teologico-filosofica, oggi le scienze umane, divenute prevalentemente empiriche, sentono il bisogno di incontrarsi con la religione sul campo dell’ « esperienza », e questa è, dalla parte del cristianesimo, chiamata « mistica ». Quest'opera cerca di avviare un dialogo fra la mistica e le scienze umane.