Il Vaticano II è stato un concilio eminentemente «ecclesiologico»: ha fatto fare, all'auto-coscienza della chiesa, un salto di qualità che si potrebbe paragonare al passaggio dalla giovinezza alla piena maturità. È quindi naturale che il presente «trattato sulla teologia della chiesa» sia stato pensato e si muova tutto nel clima del Vaticano II. Dopo una introduzione sul «metodo» in ecclesiologia (ehe può essere esperienziale, ermeneutico, fenomenologico, dialogico, ecc.), il trattato si articola in tre parti.
La prima si intitola «ecclesiologia storica»; si propone però di descrivere non la storia della chiesa, o della ecclesiologia, ma la comprensione che la chiesa ha avuto di se stessa nelle diverse epoche storiche, dalle più remote fino ai nostri giorni. Centrale è la seconda parte («ecclesiologia sistematica»). Studia in modo ordinato tutti i principali aspetti del mistero della chiesa, situandosi a quel livello di autocoscienza piena e matura che la chiesa stessa oggi, dopo il Vaticano II, possiede. Vengono studiati, quindi, la sua origine storica e trascendente, le sue immagini e la sua natura profonda, i suoi membri e i loro reciproci rapporti, la sua vocazione e missione, le sue strutture e i suoi carismi, i suoi rapporti col mondo e col regno di Dio.
Nella terza parte («ecclesiologia speciale») vengono trattate alcune questioni oggi molto vive, come: la chiesa cattolica e le altre chiese (problema ecumenico), la chiesa e le religioni non cristiane, la chiesa e l'ateismo e, infine, il problema «chiesa e mondo». Ognuno dei 19 capitoli tratta il problema suddividendo la materia in distinti paragrafi e si conclude con una «nota bibliografica» per favorire il dialogo e la ricerca.