Se la spiritualità vuole presentarsi come un orizzonte unitario degli ideali di vita tipici del discepolo, deve essere insieme teologale e quotidiana, storicamente situata e coinvolgere tutti i momenti e le dimensioni dell'esistenza umana. E nelle condizioni ordinarie della vita che si deve realizzare quella opzione fondamentale caritativa, in grado di unificare il tutto nell'amore contemplativo. Riflettendo sul vissuto quotidiano della storia che viviamo, l'autore tende l'orecchio verso I (gemiti e i fremiti" che attraversano l'inizio degli anni novanta, alla vigilia del nuovo millennio. Vengono cosi avvertiti i profondi mutamenti connessi con il tramonto delle grandi ideologie, con il progresso della razionalizzazione della vita e con l'attrazione dei falsi miraggi dell'edonismo consumistico.
Presa a chiave interpretativa la spiritualità, nella sua capacità di essere «sapienza di vita» il discorso si allarga sul profilo «mosso» del tempo che viene, si attarda sui molti percorsi del tempo vissuto, esplora i sentieri interrotti del tempo frammentato e la precarietà dell'istante, per ricomporsi infine sugli orizzonti finora poco esplorati del tempo liberato e della notte oscura. Il saggio aiuta ad orientarsi nelle sfide affascinanti e angosciose del nostro tempo, tenendo conto della storicità e della complessità della realtà. Il futuro sarà figlio delle nostre scelte presenti, ma occorre prepararsi ad essere anche figli di un altro futuro: esso richiede flessibilità, creatività ingegnosa, discernimento intelligente, probità e robustezza intellettuale.